Rita Felicetti ha una chioma bionda che non passa inosservata. È arrivata in Start Italy all’improvviso, solare e spiazzante con i suoi “taaaac” e con “la colla da mettere sulla sedia per non far andare via i giovani dall’Italia”. Con lei il nostro team creativo ha ideato la prima campagna social che sostiene Spìcciati: una serie di pillole video che da agosto sono in programmazione sulla pagina Facebook di Spìcciati.
Rita, sei un’artista poliedrica e da molti anni ti sei dedicata al teatro comico. Perché questa scelta?
Ho iniziato a fare teatro ‘di ricerca’ all’età di 16 anni. In uno spettacolo mi capitò di fare la parte di un clown e quando sentivo ridere il pubblico provavo felicità e empatia. Mi piace che la gente sorrida e sia divertita. È molto più difficile far ridere che far commuovere. L’arte del comico è un’arte generosa. Spesso dobbiamo far ridere nei momenti peggiori della nostra vita ma poi diventa quasi una terapia: faccio ridere te e sto meglio anche io.
Sei originaria della Basilicata ma da molti anni vivi a Bologna: anche tu sei un cervello in fuga?
Devo dire che mi dispiace molto non vivere a Matera, la mia ex città…dico ex perché da più di venti anni vivo a Bologna. All’università di Bologna ho conseguito la laurea in discipline Arte-Musica-Spettacolo e poi senza volerlo sono rimasta a viverci. Torno spesso al sud anche per piccoli progetti teatrali e devo dire, mio rammarico, che se ci fosse più lavoro vivrei al sud. Più che un cervello in fuga potrei definirmi una ‘possibilità’ in fuga: la possibilità di crescere nella mia città d’origine.
Spìcciati è stata la tua prima esperienza in quanto testimonial di una campagna social, come è andata?
È sempre bello mettersi a confronto con nuovi lavori e con l’ansia da prestazione e l’adrenalina che è l’unica vera energia che muove i creativi. Non sono mai soddisfatta al cento per cento e vorrei sempre fare meglio. In realtà, personalmente, avrei fatto dei video più ‘folli’: vivo sui social, in particolare instagram, e soprattutto i più giovani vivono questi canali in modo esagerato. I colori, i ritmi, le parole: tutto velocissimo. Però so anche che le campagne di pubblicità non le guardano solo i ragazzi e quindi era necessario trovare un linguaggio universale. Abbiamo cercato di creare un prodotto ben fatto e divertente per tutti … spero!
C’è stato molto lavoro creativo dietro alle pillole social, anche i ragazzi del CTC – Casa del Teatro e del Cinema di Roma si sono ispirati al tuo stile. La tua ispirazione, invece, da dove è venuta?
Il mio lavoro dovrebbe essere ‘universale’. Aspiro a piacere alla mamma, alla nonna e all’adolescente, al passante e al critico d’arte. È un’impresa difficilissima perché viviamo su una piattaforma virtuale che si nutre di critiche, infatti sono nati i cosiddetti haters che si divertono a smontare, a distruggere le opinioni e le idee degli altri. Per ogni ‘social’ ci sono un pubblico diverso e un linguaggio diverso, quindi bisogna sapere che lo spettatore cambia. Cerco sempre di capire chi c’è dietro la macchina fotografica o chi c’è seduto in platea. Perché senza pubblico, l’arte (il video, il teatro, la fotografia ecc..) non esiste. I miei idoli sono sempre Chaplin, Keaton e Giulietta Masina ma per tenermi aggiornata studio i comici e le comiche che oggi fanno stand up comedy in tutto il mondo. La mia passione sono i cartoni animati giapponesi che mi hanno cresciuta dagli anni 80’ ad oggi.
Ci lasci un messaggio per tutti i tabaccai che stanno partecipando all’iniziativa?
Ciao tabaccai di tutta Italia! Siete, a mio avviso, una categoria di commercianti affascinante perché potete vendere davvero di tutto e avete sempre delle vetrine incredibili che incuriosiscono tutti i passanti…Quindi grazie per aver accettato di partecipare a questa iniziativa e di dare la possibilità alle persone di ridare valore alle monetine per aiutare progetti di giovani desiderosi di lavorare e di creare!
E cosa diresti ai cittadini?
Questa è un’iniziativa che può davvero servire, non toglie nulla al cittadino e allo stesso tempo può aiutare nuove start up e nuove imprese di giovani. È un’idea che può funzionare e bisogna provarci. Le idee vanno rispettate perché sono un bene prezioso che può fare la differenza! Auguro a tutti di fare attenzione alle proposte e ai cambiamenti che favoriscono la creatività.